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CENTRO STUDI GALILEO

 

INSTALLAZIONE E MANUTENZIONE
DEGLI IMPIANTI DI CONDIZIONAMENTO SPLI

 

Ennio Gricini  -  docente dei corsi ATF-CSG

CONSIGLI PRATICI PER LA CORRETTA INSTALLAZIONE DELLO SPLIT ED ANALISI DEGLI EVENTUALI GUASTI

L’impianto di condizionamento del tipo split è composto delle seguenti parti:

1) una macchina esterna (motocondensante);

2) una o più macchine interne (evaporanti);

3) un collegamento frigorifero tra le unità composto da due tubazioni in rame coibentate, una di andata (liquido) ed una di ritorno (gas);

4) il collegamento elettrico composto da cavi elettrici che collegano le unità permettendo un dialogo tra loro;

5) uno scarico dell’acqua di condensa.

1) La sezione motocondensante è composta ed inserita in una carpenteria in lamiera zincata e verniciata con polveri epossipoliesteri, specificatamente costruita ed ideata per stazionare all’esterno ed essere protetta dagli agenti atmosferici (pioggia, neve, etc.).

Nella sezione motocondensante sono montati i seguenti componenti principali:

a) il motocompressore; b) la batteria condensante; c) l’organo di laminazione (capillare - valvola termostatica o restrittore);

d) la valvola d’inversione ciclo (se la macchina è in pompa di calore);

e) uno o più ventilatori;

f) i rubinetti per il collegamento frigorifero;

g) l’apparecchiatura elettrica;

h) le sonde di regolazione (condensazione, sbrinamento etc.);

i) le griglie di aspirazione ed espulsione.

2) La sezione evaporante è composta ed inserita in una struttura in materiale plastico stampato o in una carpenteria in lamiera ed è concepita ed adatta solo per funzionare all’interno di un locale. Nella sezione evaporante sono montati i seguenti componenti principali:

a) la batteria evaporante;

b) uno o più ventilatori;

c) l’apparecchiatura elettronica;

d) il ricevitore dei comandi ed il telecomando;

e) la bacinella scarico condensa;

f) gli attacchi per il collegamento frigorifero all’unità esterna;

g) le griglie di aspirazione complete di filtri.

3) Il collegamento elettrico è composto da un insieme di cavi elettrici che collegano l’unità condensante con l’unità evaporante, permettendo un dialogo tra loro.

4) Il collegamento frigorifero è composto da due tubazioni in rame coibentate con materiale isolante, una di andata (liquido), ed una di ritorno (gas).

5) Lo scarico dell’acqua di condensa è un tubo in gomma o PVC o rame necessario a portare l’acqua di condensa al punto da noi individuato per lo smaltimento. Nei casi in cui siamo costretti a creare una tubazione con pendenza contraria al flusso dell’acqua, è necessario inserire una pompetta per lo smaltimento dell’acqua stessa.

La carica di gas necessaria per il corretto funzionamento dell’impianto split è completamente inserita nell’unità motocondensante, mentre la sezione evaporante è dotata di una carica di tenuta di gas frigorifero o di azoto che, in fase di collegamento, andrà persa: ciò non avverrà solo nel caso in cui la macchina sia predisposta a ricevere delle tubazioni di tipo prevaricato.

IL POSIZIONAMENTO DELLE UNITA’

Durante le fasi preliminari è indispensabile effettuare un sopralluogo presso i locali da condizionare e non soffermarsi solo sulle piantine degli stessi; valutare bene la fattibilità del lavoro coinvolgendo il nostro cliente e cercando di estrapolare tutte le possibili problematiche con le quali dovremo sicuramente misurarci. Durante la fase d’installazione è necessario rispettare delle precise ed inderogabili modalità tecniche delle quali dovremo tener conto e che andremo qui di seguito ad analizzare. E’ importante ricordare che il condizionatore, completo del suo impianto elettrico e frigorifero che noi andremo ad installare, per quanto sia il più affidabile e tecnologicamente all’avanguardia, è pur sempre una macchina e come tale soggetta a possibili avarie o anomalie sulle quali dovremo successivamente intervenire o addirittura richiedere l’intervento dell’assistenza tecnica direttamente alla casa madre.

Alla luce di ciò è pertanto importante posizionare le unità in modo da poter facilmente accedere alle stesse, per le normali manutenzioni, controlli o addirittura per la sostituzione delle macchine stesse. Infatti, nel caso di una normale sostituzione di un particolare dell’impianto frigorifero inserito nell’unità, è necessario operare con un set di saldatura e con il gruppo di vuoto e carica, senza contare le varie attrezzature (chiavi, pinze, cacciaviti etc.). Tutto ciò rende chiara la necessità di poter operare in condizioni ottimali e di sicurezza con la prospettiva di poter effettuare un ottimo intervento.

La sezione motocondensante può essere posizionata direttamente a terra su una superficie regolare, pianeggiante e sufficientemente rigida, oppure, per particolari esigenze di installazione, sollevata a muro con le apposite mensole fornite come accessorio dalle case produttrici. In entrambi i casi andranno inseriti, tra i piedini della macchina e la base di appoggio, dei gommini antivibranti. Ricordare sempre di verificare con una bolla che la macchina sia posizionata in piano.

Evitare l’installazione in cavedi e androni o luoghi in cui il livello sonoro possa essere amplificato; evitare inoltre l’installazione adiacente alle finestre dei vicini del nostro cliente; non posizionare la macchina dove può essere facilmente ostruita l’aspirazione o l’espulsione dell’aria da fogliame, polvere, neve etc. o da materiale di scarto tipo scatole, sacchi, cassette etc. oppure in un’area adibita a parcheggio auto, in quanto un’automobile posteggiata a pochi centimetri dall’espulsione dell’aria ostacola il normale smaltimento e ripescaggio dell’aria stessa. In tutti questi casi avremmo un ricircolo d’aria tra mandata e aspirazione che provocherebbe una riduzione della resa del condizionatore, ed inoltre la pressione di esercizio del gas subirebbe delle anomalie che si ripercuoterebbero sul compressore mandandolo in avaria.

Evitare di rinchiudere le unità motocondensanti per eventuali problemi estetici o di qualsiasi altra natura in quanto si ripresenterebbero i problemi di cui sopra. Occorre inoltre fare attenzione alle fonti di calore, quali lo scarico di una caldaietta, evitando di installare la motocondensante nelle immediate vicinanze della stessa; cercare piuttosto una posizione il più possibile riparata dal sole: infatti quando il condizionatore funziona in raffreddamento, la macchina ha necessità di aria il più fresca possibile, altrimenti la temperatura di condensazione salirebbe eccessivamente toccando limiti inaccettabili per il funzionamento del motocompressore. Nel caso in cui l’unità sia in pompa di calore, il problema si inverte poiché quando funziona in riscaldamento, la macchina ha bisogno di aria con temperatura la più alta possibile, altrimenti la temperatura di evaporazione scenderebbe a valori inaccettabili. In questo caso sarà necessario trovare un compromesso tra le due esigenze (estiva ed invernale) anche se preferibile dare priorità al ciclo estivo. Rispettare, nell’installazione gli spazi tecnici per facilitare l’accesso ai collegamenti elettrici e frigoriferi e l’eventuale servizio di manutenzione.

E’ possibile proteggere le unità motocondensanti dalle intemperie mediante una tettoia che non ostacoli la circolazione dell’aria.

Le unità motocondensanti dovranno essere posizionate in modo che non vi sia ostacolo o ricircolo d’aria tra l’aspirazione e l’espulsione delle unità stesse, in quanto l’aria calda espulsa da un’unità posta dietro un’altra provoca in quest’ultima degli scompensi di pressione: in particolare avviene un innalzamento della temperatura di condensazione, che si ripercuote sulla resa della macchina stessa ed una situazione prolungata in queste condizioni rischia di danneggiare il compressore in quanto, essendoci un ritorno di gas troppo caldo, costringe il compressore stesso a lavorare a temperature notevolmente elevate ed a surriscaldarsi fino al punto di intervento della sua protezione termica.

In zone molto ventose occorre fare attenzione alla direzione del vento: l’espulsione dell’aria dalla bocca di uscita del ventilatore non deve essere ostacolata da venti contrari che potrebbero rendere insufficiente lo scambio termico. Ciò creerebbe un notevole abbassamento della resa frigorifera, ed un aumento di lavoro del motore del ventilatore e del compressore, incrementando così le possibili avarie. Pertanto, nel caso in cui vi sia un luogo ventoso, è buona norma posizionare le motocondensanti in modo tale che la direzione del vento favorisca il funzionamento del ventilatore, oppure predisporre una protezione contro il vento facendo sempre attenzione al rispetto delle distanze dalla macchina stessa.

Nel caso di installazione di unità in pompa di calore è necessario prevedere un drenaggio dell’acqua di condensa che si forma nelle fasi di sbrinamento del condizionatore; è opportuno comunque ricordare che alcune case costruttrici hanno inglobato la vaschetta raccogli condensa nel basamento della macchina stessa mentre altre case forniscono come accessorio una vaschetta raccogli condensa da applicare sotto l’unità condensante. In entrambi i casi è consigliabile controllare il normale drenaggio dell’acqua facendo attenzione alla giusta inclinazione dell’unità riferita al foro di scarico. Nel caso in cui l’impianto sia installato in luoghi particolarmente freddi e umidi, con la conseguenza che l’acqua di condensa tenderà a ghiacciare velocemente, non riuscendo quindi a defluire, è indispensabile equipaggiare l’impianto con dispositivi anti ghiaccio comandati da un termostato posti nelle immediate vicinanze dello scarico.

La sezione evaporante può essere posizionata direttamente a terra, fissata a muro, applicata a soffitto o addirittura inserita in una controsoffittatura.

Prima di installare l’unità evaporante è necessario scegliere e valutare un’ubicazione che permetta alla corrente d’aria di circolare in tutto l’ambiente da condizionare, senza creare molestia alle persone presenti.

La maggior parte delle case costruttrici hanno predisposto uno schienale in lamiera preposto a ricevere la sezione evaporante. Quindi, dopo aver scelto la giusta posizione, fissare lo schienale alla parete o al soffitto controllando con una bolla che sia perfettamente in piano, condizione importante per lo scarico della condensa: infatti tutte le unità evaporanti sono dotate di vaschetta raccogli condensa con la giusta pendenza per lo scarico dell’acqua, ed un errore di inclinazione della macchina stessa provocherebbe un tracimamento dell’acqua danneggiando l’abitazione del nostro cliente. Dopo aver fissato la macchina occorre fare il foro nel muro per il passaggio delle tubazioni, cavi elettrici e scarico condensa. Occorre prestare attenzione all’inclinazione, che deve essere leggermente verso il basso, in quanto se il tubo di scarico condensa è obbligato ad una pendenza contraria, non permette l’evacuazione dell’acqua.

Evitare l’installazione delle sezioni evaporanti in posizioni soggette al pescaggio di grosse quantità di vapori, grassi o polveri poiché se la macchina aspira queste impurità crea:

1) un intasamento dei filtri;

2) diminuzione della portata dell’aria e dello scambio termico;

3) calo della resa ed un ritorno di liquido al compressore.

Evitare l’installazione delle macchine in posizioni soggette a disturbi elettrici, o alte frequenze poiché queste interferiscono con i comandi del microprocessore della macchina causando dei comportamenti anomali. E’ pertanto necessario verificare che nell’immediata vicinanza della sezione evaporante non esistano macchinari che emettano delle alte frequenze. Occorre inoltre fare attenzione che la linea della corrente non corra in prossimità dei comandi della macchina.

VALUTAZIONE DELLA CORRENTE A DISPOSIZIONE DEL CLIENTE

In base all’assorbimento (A) ed alla potenzialità (W) richiesta dalla nostra macchina (se abbiamo più macchine sommeremo i valori delle singole unità), è indispensabile verificare che la corrente a disposizione del nostro cliente non sia inferiore a quella necessaria a far funzionare le macchine. E’ altresì buona norma lasciare sempre un margine di corrente necessario al funzionamento degli elettrodomestici quali frigorifero, forno, lavastoviglie, asciugacapelli etc. anche se sappiamo che non funzioneranno mai tutti contemporaneamente. I valori relativi alla potenza e all’assorbimento del condizionatore li troviamo sempre sulla targhetta caratteristica applicata sull’unità motocondensante o sul libretto d’istruzioni della stessa, mentre i valori di corrente relativi all’impianto elettrico del nostro cliente sono indicati sulla bolletta dell’Enel.

E’ importante che la valutazione di cui sopra sia fatta correttamente, in quanto un errore in difetto causerebbe sia il malfunzionamento dell’impianto di condizionamento, che dell’impianto elettrico generale. E’ pertanto indispensabile avvisare preventivamente il cliente circa l’eventuale necessità di chiedere all’Enel l’aumento della portata di corrente del contatore stesso.

Come ultimo suggerimento controllare sempre con un tester il voltaggio presente nell’abitazione del nostro cliente: infatti il funzionamento elettrico di tutte le macchine è garantito entro un determinato limite di voltaggio(194V-254V) ed al di fuori di questi parametri la casa costruttrice non assicura più il corretto funzionamento e non risponde circa eventuali danni causati da un errato voltaggio.

ALIMENTAZIONE DELL’IMPIANTO

E’ buona norma che la linea di alimentazione elettrica dell’impianto di condizionamento sia separata dal resto dell’impianto elettrico e che sia intercettata da un interruttore magnetotermico o differenziale di tipo ritardato la cui potenzialità sia riferita a quella della macchina stessa.

Anche in questo caso il libretto di manutenzione ci indica la giusta scelta. L’interruttore magnetotermico o differenziale è utilissimo sia in caso di eventuali interventi manutentivi, sia di fronte ad un guasto elettrico limitato all’impianto di condizionamento: infatti, tramite l’interruttore, possiamo isolare il condizionatore dal resto dell’impianto elettrico ed operare con la massima tranquillità e sicurezza.

Occorre porre particolare attenzione alla scelta dei cavi elettrici in quanto un cavo di sezione inferiore, in rapporto alla lunghezza, di quella indicata dal costruttore sullo schema elettrico, ci causerebbe un eccessivo surriscaldamento del cavo stesso fino a causare un corto circuito e/o addirittura un principio d’incendio.

La casa costruttrice indica sempre sullo schema elettrico se la macchina deve essere alimentata tramite l’unità condensante o evaporante.

Alcuni modelli possono essere alimentati indistintamente alla condensante o all’evaporante. In presenza di un condizionatore con compressori scroll o rotativi trifase, quest’ultimi sono obbligati a rispettare un senso di rotazione, e di conseguenza è indispensabile rispettare la sequenza nel collegamento delle fasi.

E’ necessario inoltre verificare che la macchina sia dotata o meno del dispositivo “anti inversione di fase” per proteggere i motocompressori, poiché se dotata del dispositivo di cui sopra e nel caso in cui l’alimentazione elettrica di una delle tre fasi sia stata invertita, il motocompressore non funzionerà per l’intervento della protezione stessa.

Pertanto evitare di forzare la tensione al teleruttore del compressore poiché il compressore partirà girando al contrario e lavorando in condizioni anomale e, oltre a non rendere, lo stesso non viene lubrificato dall’azione della pompa dell’olio fino ad arrivare alla rottura della sezione rotante. Pertanto per ottenere il corretto funzionamento del compressore sarà sufficiente invertire una delle tre fasi. Nel caso la macchina sia sprovvista del dispositivo di protezione dell’inversione di fase, è necessario, durante il primo collaudo, porre la massima attenzione al corretto collegamento elettrico in quanto il compressore, oltre a non rendere, potrebbe produrre vibrazioni e rumori anomali.

Collegare i cavi di alimentazione prestando attenzione al loro serraggio tramite i morsetti poiché un cavo malamente serrato può causare:

1) un surriscaldamento dello stesso fino a fondere;

2) può bruciare a causa del cattivo contatto con la morsettiera;

3) non avendo un voltaggio costante può causare problemi di funzionalità alla parte elettronica e di controllo della macchina.

COLLEGAMENTO ELETTRICO TRA L’UNITA’ CONDENSANTE ED EVAPORANTE

Durante questa operazione oltre a mantenere gli accorgimenti di cui sopra, occorre prestare la massima attenzione soprattutto se il collegamento che stiamo eseguendo riguarda più split o addirittura un multisplit. In quest’ultimo caso partiremo dalle sezioni evaporanti con i rispettivi cavi necessari a comandare le unità condensanti ad essa collegate; è indispensabile quindi attenerci con la massima scrupolosità alla numerazione indicata sulle morsettiere delle due sezioni abbinandole ai colori dei cavi riportati sugli schemi elettrici.

E’ buona norma agire con le seguenti modalità:

1) numerare le unità evaporanti e condensanti abbinandole tra di loro;

2) iniziare il collegamento dall’unità interna (numerando anche il cavo es. motocondensante 1-evaporante 1- cavo 1.etc.);

3) collegare i cavi alla sezione evaporante come indicato sullo schema elettrico, prestando la massima attenzione alle colorazioni/numerazioni;

4) stendere il cavo fascettandolo alla tubazione frigorifera;

5) collegare immediatamente il cavo alla sezione condensante lasciando un eventuale margine sempre utile per piccole modifiche o spostamenti. E’ opportuno non lasciare il cavo (soprattutto se sono presenti più cavi) adagiato in prossimità delle unità, per poi effettuare il collegamento finale in quanto è facilissimo effettuare un’inversione sul collegamento tra le unità compromettendo il funzionamento delle macchine. Esempio: se nell’installazione di due impianti split le sezioni motocondensanti sono posizionate una di fianco all’altra, un errato collegamento si presenta nei seguenti modi: avviando l’unità n. 1 il consenso arriverà al motocompressore 2 e di conseguenza il ventilatore dell’evaporante n. 1 sarà in funzione ma inutilmente, in quanto il gas freddo arriverà all’evaporante n. 2. Di conseguenza l’evaporante 1 non renderà e sulla batteria dell’evaporante n. 2 avverrà una formazione di ghiaccio poiché arrivando gas freddo ed essendo fermo il ventilatore, non ci sarà scambio termico. Tutto ciò produrrà un ritorno di liquido al compressore e la rottura dello stesso, in quanto è noto che i liquidi sono incomprimibili. Ricordare quindi di effettuare il collegamento elettrico, frigorifero ed il collaudo di una unità alla volta.

IL COLLEGAMENTO FRIGORIFERO TRA L’UNITA MOTOCONDENSANTE E L’UNITA’ EVAPORANTE

Questa operazione è da considerarsi tra le più delicate ed importanti nell’installazione di un impianto tipo split. In presenza di un collegamento frigorifero non corretto, i problemi possono sorgere sia in fase di collaudo funzionale, che dopo qualche mese dal primo avviamento. E’ giusto ricordare che tutti i principali valori relativi alle lunghezze e dislivelli massimi di splittaggio, diametri delle tubazioni di andata e ritorno, diametro degli attacchi filettati e da saldare li troviamo sempre sul libretto di manutenzione e installazione della macchina stessa.

a) Diametro dei tubi: è importante non variare il diametro delle tubazioni: infatti se il tubo di ritorno è troppo grosso, durante il funzionamento il flusso al suo interno diminuisce perdendo di velocità e di conseguenza creando problemi al ritorno dell’olio necessario a lubrificare le parti meccaniche del motocompressore. Se il tubo di ritorno è troppo piccolo il flusso trova una resistenza che si ripercuote sulla resa frigorifera della macchina. In entrambe queste situazioni, oltre ad avere una diminuzione della resa frigorifera, è possibile causare la rottura del motocompressore. Nel caso ci trovassimo a sostituire le unità (esterna/interna) in un impianto già fatto e volessimo mantenere la tubazione, occorre verificare sempre che i diametri delle tubazioni siano appropriati. Nel caso si rendesse necessario il prolungamento della tubazione, occorre fare attenzione a non creare strozzature.

b) Lunghezze massime delle tubature: non si devono superare i limiti stabiliti dalla casa madre poiché la macchina perderebbe di resa con il conseguente non ritorno dell’olio e del gas al motocompressore e si avrebbero problemi di lubrificazione e surriscaldamento. Pertanto: minore è la lunghezza della tubazione, migliore è la resa della macchina. Nei casi in cui addirittura si supera il limite massimo di lunghezza stabilito dalla casa madre, oltre a non essere più assicurato il buon funzionamento dell’apparecchio, viene invalidata la garanzia.

c) Stesura dei tubi: occorre evitare troppe curve, in quanto ogni curva, rispetto alla funzionalità della macchina, aumenta il tratto rettilineo di circa 90 cm. Inoltre le curve devono essere sagomate con un ampio raggio di curvatura. Prestare la massima attenzione a non ridurre la sezione di passaggio del tubo in quanto ostacolerebbe il normale flusso del refrigerante, con il conseguente superlavoro al motocompressore. La presenza di numerose curve nell’impianto potrebbe creare attriti e vibrazioni con la conseguenza dell’allentamento o della rottura dei tubi e dei bocchettoni nei punti di collegamento.

d) I dislivelli tra la macchina evaporante e la condensante non devono superare quelli consentiti dalla casa madre in quanto si avrebbero problemi di resa frigorifera, e di non ritorno dell’olio di lubrificazione del compressore.

e) Cartellature: una buona cartella non deve presentare bave, specialmente nella parte di contatto conica del rubinetto o attacco e deve poter lavorare senza sfregamenti. Lo spazio ideale tra cartella e bocchettone deve essere all’incirca di 5 mm; è consigliabile durante il serraggio applicare una goccia d’olio per facilitare il bloccaggio. Occorre fare attenzione a non applicare l’olio nella zona di contatto/ tenuta con il bocchettone, in quanto il velo d’olio tenderà ad essiccarsi, causando una possibile futura perdita. Si consiglia di applicare solo l’olio adatto per circuiti frigoriferi ed esclusivamente nella parte posteriore della cartella.

f) Isolamento dei tubi: le tubazioni di andata e ritorno non vanno mai coibentate in un unico isolamento in quanto i tubi stessi rimarrebbero a contatto tra loro e date le diverse temperature fra il tubo del liquido e il tubo del gas, avverrebbe uno scambio termico provocando così degli squilibri alla pressione di esercizio della macchina. Il tutto si ripercuote sulla resa della macchina stessa e inoltre una situazione prolungata nel tempo può danneggiare il compressore. E’ comunque accettabile fascettare o nastrare assieme le due tubazioni in modo da ottenere una linea frigorifera unica solo dopo che le stesse sono state singolarmente coibentate.

g) Agenti atmosferici: l’acqua, la polvere, l’aria (umida) o altre sostanze non devono entrare nelle tubazioni frigorifere. Durante la stesura dei tubi per il collegamento alle unità, occorre quindi la massima accortezza ed evitare di effettuare collegamenti frigoriferi in una giornata piovosa.

Negli intervalli di tempo tra le varie operazioni non lasciare mai le estremità delle tubazioni aperte, soprattutto durante la fase di inserimento dei tubi nel foro passante tra murature. Pertanto è consigliabile effettuare subito il collegamento delle tubazioni alle unità, e se proprio siamo costretti a rimandare questa operazione, tappare le estremità dei tubi o meglio ancora saldarle.

Prima di effettuare il collegamento, soffiare l’interno delle tubazioni con del gas inerte (azoto, anidride carbonica) per eliminare possibili impurità. Non soffiare mai i tubi con ossigeno, poiché se ne rimangono alcune tracce, in relazione alla concentrazione e temperatura delle stesse, venendo a contatto con l’olio contenuto nel motocompressore, provocherebbe un’esplosione.

h) Il peggior nemico di un circuito frigorifero è l’acqua, poiché la sua presenza all’interno di un circuito, provoca della formazione di ghiaccio causando ostruzione alla circolazione del gas. Anche l’aria, che contiene una percentuale di umidità, a seconda delle situazioni climatiche, se presente all’interno del circuito frigorifero provoca la medesima situazione. La polvere o altre piccole sostanze, se presenti nelle tubazioni, causano delle ostruzioni ai filtri o ai capillari. Quanto sopra descritto si ripercuote sulla funzionalità dell’impianto.

IL COLLEGAMENTO DELLO SCARICO DELLA CONDENSA

Per effettuare il collegamento dello scarico della condensa è consigliabile utilizzare un tubo di tipo flessibile rinforzato e non un normale tubo in gomma morbida tipo giardinaggio poiché quest’ultimi si schiacciano facilmente e ostruiscono il passaggio dell’acqua. Inoltre con gli sbalzi di temperatura si deformano e si tagliano provocando così perdite di acqua. La tubazione di drenaggio deve avere una pendenza, nel senso di percorrenza dell’acqua, di almeno 1 cm ogni metro della sua lunghezza. In condizioni estreme e solamente se costretti ad effettuare uno scarico con pendenza contraria, si rende necessaria l’aggiunta, nella sezione evaporante, di una pompetta di smaltimento condensa.

Il tubo della linea di scarico condensa, in special modo se ad essa sono collegate più macchine, deve essere ampiamente dimensionato, in modo che il deflusso dell’acqua avvenga senza incontrare resistenza.

Un errato collegamento dei tubi impedisce la normale evacuazione dell’acqua di condensa, e ne provoca il suo ritorno all’unità evaporante tracimando dalla vaschetta raccogli condensa e cadendo quindi in ambiente.

E’ buona norma isolare il tubo di scarico di condensa senza lasciare nessuna parte scoperta e isolare le parti che collegano le tubazioni di drenaggio all’attacco di scarico dell’apparecchio per evitare che l’acqua di condensa, avendo temperatura inferiore all’ambiente circostante, crei condensa all’esterno del tubo stesso, gocciolando così direttamente in ambiente confinato.

Attenzione anche al percorso del tubo di scarico di condensa: se viene collegato direttamente ad uno scarico fognario, le esalazioni vengono aspirate dalla ventilazione della macchina inquinando così l’ambiente con cattivi odori. In questo caso occorrerà sifonare lo scarico in modo da evitare la risalita di odori sgradevoli.

Se la macchina è in pompa di calore occorre tappare il foro di scarico condensa durante il funzionamento nel periodo invernale in quanto la macchina interna non produrrà più condensa ed il sifone diverrà asciutto provocando esalazioni sgradevoli.

Al termine della stesura della tubazione di scarico verificare con una bottiglietta d’acqua che il deflusso avvenga in modo regolare.

A questo punto, possiamo dire che la fase di installazione dell’impianto è ultimata; occorre quindi predisporre un buon vuoto, aprire i rubinetti del gas, verificare la presenza di eventuali perdite, avviare la macchina e verificarne il corretto funzionamento.

 

 

I componenti del circuito frigorifero che costituiscono l’impianto di condizionamento split.

 


Per una perfetta installazione devono essere rispettate delle distanze minime, solo così si avrà un corretto funzionamento dell’unità condensante esterna.

 

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Il tubo di scarico della condensa deve essere inclinato in modo da permettere un buon flusso dell’acqua verso zone in cui non sia di fastidio.