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LA SOSTITUZIONE DEL COMPRESSORE:
COME SCEGLIERLO
(Art. 115)
PARTE III
Pierfrancesco Fantoni
Introduzione
Come visto, nel caso si debba procedere alla
sostituzione del compressore, la scelta deve tenere conto di una serie di
fattori che influenzano direttamente la resa frigorifera dello stesso, ossia la
sua capacità di far freddo. Oltre al lavoro utile che il compressore deve essere
in grado di fare, però, si deve tenere conto anche dell’energia che il
compressore necessita per compiere il lavoro che gli viene richiesto.
Per avere conoscenza di quanta energia il
compressore deve avere in ingresso, ancora una volta è necessario tenere conto
del modello, ossia se di tipo LBP, HBP o AC. Infatti la potenza necessaria per
la compressione dipende anche dalla densità del gas che viene aspirato.
Variabilità delle condizioni di lavoro
La pressione di evaporazione può variare, per il medesimo impianto frigorifero,
durante il suo funzionamento. Occorre essere consapevoli, quindi, che ogni
qualvolta la bassa pressione varia, questo comporta delle conseguenze sul
raffreddamento del motore, proprio a causa della differente densità del gas che
lo attraversa. Ad esempio in un impianto frigorifero in difetto di carica è
normale attendersi una bassa pressione di evaporazione, quindi una ridotta
densità del gas che viene aspirato e, come detto, un raffreddamento inferiore
del compressore stesso. Tutti i frigoristi sanno che in un impianto che lavora
scarico (a causa di una perdita o qualche altro inconveniente) il compressore
lavora ad alte temperature tanto che, può anche accadere che venga fermato dalla
protezione termica.
Potenza assorbita dal motore
La diversa densità del gas aspirato non ha conseguenze solo sul raffreddamento
del compressore e dei suoi componenti. Anche lo sforzo che si deve compiere per
portare il gas dalla bassa pressione all’alta pressione dipende dalla densità
del gas. Infatti, risulta più faticoso comprimere un gas denso, rispetto ad uno
più rarefatto. Per convincerci di ciò possiamo immaginare il gas come un insieme
di tante particelle, libere di muoversi in maniera indipendente una dalle altre,
distanziate tra di esse. Come si può vedere in figura 1, tra le singole
particelle ci sono degli spazi vuoti: se il gas è denso tali spazi sono ridotti
e le particelle si trovano piuttosto vicine le une alle altre. Se invece la
densità del gas è inferiore, nel medesimo volume troviamo un numero di
particelle minore, fatto che porta inevitabilmente le particelle stesse a
trovarsi più “isolate” dalle altre. In quest’ultimo caso i vuoti sono maggiori,
il che equivale a dire che sarà più agevole avvicinare tra loro le particelle
durante la compressione. In un gas più denso invece, al momento della
compressione, si deve compiere più fatica per avvicinare tra loro le varie
particelle, proprio perché gli interspazi sono già ridotti. Lo sforzo maggiore
che il pistone deve compiere per la compressione si traduce in una richiesta
maggiore di lavoro e quindi in un assorbimento più elevato di potenza elettrica.
Da tutto ciò discende che in un compressore HBP è necessario poter disporre di
una potenza del motore elettrico
superiore a quella necessaria in un compressore LBP di uguale cilindrata. In
sostanza ciò significa che a parità di massa di gas da comprimere, aumentandone
la sua pressione di evaporazione è necessario compiere più fatica quando si
desidera comprimerlo. La tabella 1 riporta i dati caratteristici di un
compressore aperto alternativo funzionante a R134a. Come si può osservare sia la
resa frigorifera che la potenza necessaria alla compressione aumentano
all’aumentare della temperatura di evaporazione. In particolare, passando da una
temperatura di -20 °C ad una di +10 °C si ha un aumento della resa frigorifera
da 5,06 kW a 23,84 kW (+371%) ed un corrispondente aumento della potenza
assorbita all’asse per rendere possibile la compressione da 3,41 HP a 6,62 HP
(+94,1%). Tali dati confermano quanto già detto in precedenza, ossia la
dipendenza sia della resa frigorifera che della potenza assorbita dalla
temperatura di evaporazione: in particolare si può notare come all’aumentare di
quest’ultima crescano notevolmente le prestazioni complessive del compressore
(resa frigorifera/potenza assorbita).
Tabella 1 |
|
||||
Tipo compressore |
Temperatura di evaporazione |
Resa frigorifera |
Potenza assorbita all’asse |
||
LBP |
-20 |
5,06 |
3,41 |
||
-15 |
6,95 |
4,06 |
|||
-10 |
9,27 |
4,69 |
|||
HBP |
|||||
-5 |
12,09 |
5,30 |
|||
0 |
15,37 |
5,82 |
|||
+5 |
19,31 |
6,28 |
|||
AC |
|||||
+10 |
23,84 |
6,62 |
|||
Campo di funzionamento
Consideriamo la tabella 2. In essa sono riportati i dati per due modelli di
compressori, uno LBP e uno HBP, della medesima cilindrata, funzionanti a R134a.
Il ciclo frigorifero è il medesimo per entrambi, con temperatura del gas in
aspirazione di 32 °C. Come si vede, il compressore HBP ha una potenza maggiore
di quella del gemello LBP, per le ragioni appena dette. Entrambi i modelli
possono funzionare a temperature di evaporazione che vanno da -25 a -10 °C. Ma
il modello HBP offre una resa frigorifera inferiore all’analogo modello LBP per
basse temperature di evaporazione (da -25 °C a -15 °C), cioè al di fuori del suo
range ottimale di funzionamento. La situazione si inverte per alte temperature
di evaporazione (da -10 °C in poi)
Tabella 2 –
Resa frigorifera (W) |
|
||||||||
Modello |
Cilindrata (cm3) |
Potenza (HP) |
Temperatura evaporazione (°C) |
||||||
-30 |
-25 |
-20 |
-15 |
-10 |
0 |
||||
HBP |
4,00 |
1/8 |
- |
64 |
88 |
118 |
156 |
249 |
|
LBP |
4,00 |
1/10 |
48 |
67 |
90 |
120 |
149 |
- |
|
L’importanza della scelta
Alla luce delle considerazioni fino ad ora fatte, è possibile prevedere cosa
succede quando nella sostituzione del compressore non si tiene conto del fatto
che il compressore sia del tipo HBP o LBP.
Se per errore si sostituisce un compressore LBP con uno HBP, il nuovo
compressore risulterà avere una potenza meccanica troppo elevata rispetto a
quella necessaria e che era invece garantita dal modello LBP, a parità di
cilindrata. Nello stesso tempo tale compressore non verrà ben raffreddato dal
gas aspirato in quanto esso risulterà avere una bassa densità e quindi una bassa
capacità raffreddante. Con tali premesse è prevedibile che il compressore lavori
molto surriscaldato, con la possibilità che intervenga la protezione termica ad
arrestarlo.
Viceversa, se si monta un modello LBP al posto di un compressore HBP, il nuovo
compressore risulterà essere inadeguato per comprimere il gas molto denso che
gli arriva. Infatti, in tale caso, al compressore viene richiesta una certa
potenza che non è in grado di fornire: se di tipo ermetico o semiermetico il
motore elettrico tende ad andare sotto sforzo con conseguente aumento
dell’intensità della corrente assorbita e surriscaldamento degli avvolgimenti.
Anche in questo caso, nonostante la buona azione raffreddante svolta dal gas
denso aspirato, il compressore è probabile che si surriscaldi troppo e venga
fermato dalle protezioni esistenti.