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CENTRO STUDI GALILEO

 

I PROBLEMI DI OGGI E LE SOLUZIONI PER IL DOMANI

Rajendra Shende -  Head of OzonAction, United Nations  Environment Programme

Rajendra Shende, capo della sezione OzonAction, dell'UNEP (programma ambientale delle Nazioni Unite) e promotore da più di un decennio del progetto “Una soluzione per due Protocolliâ€, in questa sede parla con Marco Buoni, capo del settore editoriale. I due Protocolli a cui si fa riferimento sono il Protocollo di Montreal e quello di Kyoto. In passato, molti sostituti delle sostanze dannose per l'ozono erano anche gas ad effetto serra e, dunque, più¹ pericolosi del biossido di carbonio. Per esempio, gli HFC hanno sostituito i CFC e rappresentavano una buona soluzione per il Protocollo di Montreal. Ma le emissioni di HFC sono state valutate anche in base al Protocollo di Kyoto. I regimi internazionali  delle negoziazioni ambientali hanno preso tempo per risolvere questo problema. Nel settembre del 2007, le 191 parti del Protocollo di Montreal hanno preso la decisione di avvicinare la data della graduale eliminazione degli HCFC, decisione che permette di dare un notevole contributo alla prevenzione del mutamento climatico. Lo scenario della situazione ambientale a livello globale sta cambiando molto velocemente.

Perchè l'accelerazione della graduale eliminazione degli HCFC nel 2007 è  così importante per la comunità  internazionale?

Gli HCFC sono sostanze meno lesive dal punto di vista dell'esaurimento dell'ozono se raffrontate ai CFC. Il loro ODS potenziale è  solo circa il 5% di quello dei CFC. Dunque, la data prevista per la loro eliminazione era il 2040, un periodo decisamente lungo! Cinque generazioni possono assistere al lento processo di abolizione degli HCFC. Ovviamente, il messaggio recepito dall'industria e dai consumatori era: non affrettatevi a sbarazzarvi degli HCFC. Infatti, in un buon numero di casi, gli HCFC sono usati come sostituti dei CFC. Il risultato di ciò è  stato un incremento della loro produzione e del loro consumo. Tra il 1989 e il 1996 il consumo è  raddoppiato, così come tra il 1996 e i 1999 e così di nuovo tra il 1999 e il 2004. Pensiamo che sia nuovamente raddoppiato tra il 2004 e il 2008. Si prevede che nel 2010 si possano superare le 800.000 tonnellate all'anno. Immaginate che le azioni di un'impresa salgano vertiginosamente e che la direzione della compagnia decida, poi, di bloccare la produzione! Questo è  proprio ciò che è  successo nel caso degli HCFC nel 2007, quando le parti del Protocollo di Montreal hanno deciso di accelerarne l'eliminazione.

Perchè pensa che sia stata presa questa decisione nel 2007? Perchè non è  stata presa prima?

Si trattava di una questione di priorità . Il Protocollo di Montreal è  realmente il primo trattato a livello ambientale che abbia fissato delle date precise con l'assenso dei 193 governi membri. Dunque, prima di tutto le parti hanno preso in considerazione la necessità  di eliminare 97 sostanze dannose per l'ozono ODS (14 delle quali sono le sostanze maggiori in termini di consumo ODP ) e dunque di sbarazzarsi per prima cosa di queste sostanze ODS che avessero un ODP molto elevato. Gli HCFC hanno un ODP di molto inferiore, da 0,1 a 0,02, rispetto a quello dei CFC che hanno un ODP che varia da 1 a 10. Dunque la programmazione relativa all'abolizione degli HCFC, nel 1992 a Copenhagen, non appariva come una priorità  ed era stata fissata al 2040. Si trattava certamente di un periodo molto lungo che equivale ad un'intera generazione!  

Tuttavia, con l'aggiornamento del Protocollo di Montreal, il successo della progressiva eliminazione dei CFC ha portato a fare due considerazioni, la prima: era evidente a chi si occupava del piano d'azione che avvicinare la data di eliminazione degli HCFC in termini di tempo sarebbe stato particolarmente importante perchè il loro consumo stava aumentando troppo velocemente, secondo: il clima ne avrebbe tratto dei benefici. Queste erano delle semplici considerazioni dalle quali trarre benefici. La relazione di Mr  G. Velders (L'importanza del Protocollo di Montreal nella protezione del clima, 20 marzo 2007) ha dimostrato con chiarezza che la progressiva eliminazione di oltre il 95% degli ODS aveva già  apportato dei benefici al clima. Questa relazione, unitamente a quella sulla salvaguardia dello strato dell'ozono e del clima dell'IPCC/TEAP, ha previsto i benefici per il clima che la progressiva eliminazione di queste sostanze  porterà  fino al 2015 e dopo la completa eliminazione. I governi hanno reagito positivamente a questi dati tecnici e scientifici. Dunque, i tempi erano maturi per prendere la decisione di accelerare la progressiva eliminazione degli HCFC.

Se l'ODP degli HCFC è  solo il 5% di quello dei CFC, il mondo trarrà  beneficio dalla loro abolizione? E se sì, come?

E' evidente che l'eliminazione degli HCFC porta vantaggi sia allo strato dell'ozono sia al clima, ma esso porta anche vantaggi dal punto di vista economico. Contribuisce, inoltre, alla sicurezza dal punto di vista energetico. Questi vantaggi ambientali, sociali ed economici non sono però sempre stati riconosciuti anche se contribuiscono a dare fiducia nel fatto che presto si prenderanno decisioni importanti a proposito delle emissioni GHG prima che la prima fase del Protocollo di Kyoto scada nel 2012.

I benefici climatici derivano da:

-         Riduzione delle emissioni degli HCFC dagli impianti e dalle schiume soffiate con gli HCFC.

-         Riduzione della produzione e del consumo degli HCFC adottando alternative che abbiano un GWP minore.   

-         Migliorare il rendimento energetico dell'impianto utilizzando alternative agli HCFC

-         Distruggendo gli HCFC alla fine della loro vita.

La decisione delle parti del Protocollo di Montreal di accelerare la data della progressiva eliminazione degli HCFC porterà  ulteriori vantaggi al nostro clima. L'ODP degli HCFC è  di 20 volte inferiore rispetto a quello dei CFC, ma il GWP degli HCFC è  di maggiore di 2000 tonnellate rispetto a quello del CO2. Grazie alla progressiva eliminazione degli HCFC, è  possibile ottenere un buon recupero dello strato dell'ozono in una decina d'anni e ritardare il cambiamento climatico di molti anni. Inoltre, è  possibile ridurre le emissioni di 18 GT CO2 eq. tra il 2010 e il 2050. Si tratta di un fatto significativo se lo confrontiamo con la riduzione prevista dal Protocollo di Kyoto tra il 2008 e il 2012  di 5 GT CO2 eq..  Se i Paesi adotteranno tecnologie con sostituti dal GWP pari a 0 per sostituire gli HCFC, la riduzione prevista è  possibile . Vi è  anche l'opportunità  di ottenere ulteriori vantaggi dal punto ambientale grazie ad un miglior rendimento energetico dei condizionatori che utilizzano HCFC. Queste misure dovrebbero portare ad un vantaggio di circa 38 GT CO2 eq. Per esempio, basandosi sui calcoli dell'IEA relativi al rendimento energetico di condizionatori presenti nelle calde province della Cina, se si raggiungono livelli di rendimento energetico pari a quelli giapponesi, la riduzione di fabbisogno energetico può variare dal 15 al 30%. Se questi valori vengono mantenuti per un periodo di 15 anni, si potrebbe arrivare a 260 TWh, equivalente all'emissione di 50 centrali con una capacità  di 5 TWh  ciascuna.

Quali sono i passi che l'UNEP OzonAction intende intraprendere perchè anche i paesi i via di sviluppo traggano vantaggi dall'accelerazione della eliminazione degli HCFC?

La strategia dell'UNEP OzonAction è  quella di permettere ai 145 paesi in via di sviluppo di cogliere questa incredibile opportunità . Vi sono infrastrutture a livello regionale, nazionale e globale che sono state rafforzate ed ingrandite pronte ad affrontare la situazione.

E' vero che in termini di semplice volume, la quantità  di HCFC che dovranno eliminare i paesi in via di sviluppo entro il 2030 è  di molto maggiore di quella dei CFC, che dovranno eliminare entro il 2010. Tuttavia, ora sono forti dell'esperienza acquisita dall'abolizione del 90% dei CFC e di alcuni altri ODS e sanno che seguire le direttive del Protocollo di Montreal significa apportare notevoli vantaggi all'ambiente e allo sviluppo.

L'UNEP OzonAction offre un supporto tecnologico a quei paesi che hanno deciso di seguire le direttive del Protocollo di Montreal, utilizzando l'esperienza acquisita in oltre 20 anni di attività  all'interno dei paesi in via di sviluppo, offrendo servizi integrati, come lo scambio di tecnologie e politiche, l'organizzazione delle unità  regionali, la formazione dei tecnici e servizi di monitoraggio.

Il piano relativo all'eliminazione degli HCFC si fonderà  sullo sviluppo di un piano per l'eliminazione degli HCFC, HPMP, attraverso un approccio partecipato.  L'UNEP OzonAction ha acquisito esperienza grazie allo sviluppo di programmi di sviluppo di oltre 100 paesi. Grazie all'esperienza acquisita, l'UNEP ha creato una guida per lo sviluppo dell'HPMP (piano di abolizione degli HCFC) che avrà  un ruolo chiave nella programmazione dell'HPMP in circa 60 nazioni, comprese l'India e la Cina.

Attraverso le reti regionali e laboratori tematici, l'UNEP sarà  in grado di diffondere l'informazione tecnologica, grazie alla quale i vari paesi saranno i grado di risolvere questo problema e di cogliere l'opportunità  di ridurre il consumo energetico.

Illustrare i molteplici vantaggi sia a livello globale sia locale rappresenterà  l'elemento chiave della strategia dell'UNEP: Il centro di aiuto sugli HCFC dell'UNEP sul web sarà  un punto importantissimo per lo scambio di informazioni sulle tecnologie alternative e sulle politiche tese ad adottare sostanze che abbiano un GWP basso o pari a 0 ed un migliore rendimento energetico. 

Ciò che vorrei dire a nome dell'UNEP è  :

La seconda fase del Protocollo di Montreal è  giunta a noi ed offre la possibilità  sia di proteggere lo strato dell'ozono sia di ridurre le emissioni di GHG ottenendo benefici economici e di sviluppo per una sostenibilità  a lungo termine.

Questa seconda fase del Protocollo di Montreal crea un'atmosfera di fiducia all'interno delle negoziazioni che porteranno alla seconda fase del Protocollo di Kyoto.